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Formazione Esperienziale

2022-09-19 09:28

Valentina Sandi

Blog,

Formazione Esperienziale

Imparare facendo è da sempre la nostra vera natura“Faccio Formazione Esperienziale”, mi disse un collega tanto tempo fa. “Bello!”, la mia risposta. In

Imparare facendo è da sempre la nostra vera natura

“Faccio Formazione Esperienziale”, mi disse un collega tanto tempo fa. “Bello!”, la mia risposta. In realtà, non avevo capito cosa intendesse. Pensai al Rafting, alla barca a vela, ai corsi di sopravvivenza. Ero decisamente lontana dal quel metodo fantastico che poi mi appassionò.

 

Nel mondo della formazione si parla ancora tanto di Formazione Esperienziale per distinguere una metodologia che va in contrasto con il nostro stare seduti sui banchi di scuola, per chi, come me, fa parte di una vecchia generazione.

 

Ma la vera formazione è necessariamente e naturalmente esperienziale. In natura sono proprio i cuccioli, anche quelli di umani, a giocare per imparare a cacciare, a sopravvivere e a lottare. L’esempio più calzante è il bambino che apprende a camminare cadendo. Ad un certo punto smette di cadere e inizia, seppur traballante, a camminare. Perché? Perché ad ogni piccolo trauma, il suo cervello inizia a elaborare i dati e a comprendere cosa fare per evitare una successiva caduta. E impara.

 

Le competenze comportamentali

Il mondo delle competenze comportamentali, ossia quel misto di abilità e capacità che ci aiuta a far fronte al meglio a tutte le sfide della vita, può essere davvero appreso solo tramite l’esperienza: il discente viene messo al centro dell’apprendimento attraverso il fare, l’esperienza diretta. Le persone sono chiamate a mettersi in gioco, cognitivamente ed emotivamente, ad uscire dalla loro zona di comfort e dagli schemi consueti in cui si trovano ad agire. Si porta il discente a relazionarsi in un contesto differente da quello del luogo di lavoro, sia in aula che all’aria aperta, affrontando piccole o grandi sfide in grado di sviluppare capacità inattese.

 

Fare formazione esperienziale significa creare esperienze significative (giochi seri, dette anche Small Techniques) da utilizzare come base di lavoro, di riflessione, mettendo al centro l'individuo e il suo rapporto con il mondo che lo circonda.  Io, come Formatrice, non dirò al discente come essere un buon Leader ma lo accompagnerò a vivere un’esperienza in cui dovrà mettersi in gioco e capirlo da solo.
Si impara giocando, usando gesti e parole che gli permettano di immaginare altrimenti. 

 

Carl Jung: “L’uomo è solamente uomo quando gioca”.

 

 

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Il ciclo dell’apprendimento di David Kolb

Esiste tuttavia un acceleratore di apprendimento regalatoci da David Kolb, educatore statunitense che fa dell’Experiential Learning una teoria strutturata, attingendo alle teorie di Kurt Lewin e Jean Piaget. 

Questo strumento si chiama osservazione riflessiva ed è necessaria a trasformare l’esperienza concreta in nuovi comportamenti migliorativi. 

Ecco una breve sintesi del CICLO DELL’APPRENDIMENTO DI KOLB:
 

  1. I partecipanti vengono ingaggiati in attività formative metaforiche (Small Techniques);
  2. Attraverso momenti di debriefing strutturati sull’esperienza vissuta, i discenti portano alla luce le dinamiche vissute dal team e dall’individuo (ricordate il nostro cervello che si chiede cosa è successo in seguito alla caduta?);
  3. Questa riflessione deve essere poi guidata verso un’astrazione teorica. Io lo chiamo: “il famoso E QUINDI?”. Qui entrano in campo le varie teorie, strumenti, nozioni che siamo già abituati a ricevere frontalmente e che, in questo caso, saranno emersi direttamente dal campo;
  4. I discenti trasformano quanto appreso in nuovi comportamenti e competenze. Questa fase può avvenire in formazione ma di solito avviene tramite l’allenamento nella vita quotidiana.

 

 

Attenzione, quindi, a non confondere lo strumento con la metodologia. Portare dei partecipanti a fare Rafting può essere una bellissima esperienza di gruppo, un bello stare insieme. Perché ci sia apprendimento ci vuole un formatore che accompagni il gruppo e il singolo a riflettere, a vedere i comportamenti limitanti e a capire quali nuovi comportamenti sviluppare. 

 

Questo tipo di formazione richiede professionalità, sensibilità e molto equilibrio in chi la conduce perché nella percezione di chi partecipa è sempre in bilico tra l’attività imposta e il disagio ad esporsi. Si cammina in un sentiero stretto, attenti a non diventare né pesanti né a sforare nella confusione di un gioco non compreso.

 

Se non hai mai fatto formazione esperienziale, è ora di cominciare. Contattaci e saremo felici di darti maggiori informazioni.