Studi, dati e report ci indicano che la parità ed equità sul posto di lavoro (e non solo) sono ancora lontane dall'essere raggiunte. Ma vediamo quali differenze ci sono e quali vantaggi possano apportare al mondo aziendale.
Ma partiamo dalla differenza tra questi due concetti:
- La parità significa offrire le stesse opportunità a tutti, ossia la stessa cosa uguale per tutti, indipendentemente dai propri bisogni e dalle proprie specificità.
- L'equità, invece, è l'attribuzione o il riconoscimento di ciò che spetta al singolo in base a un'interpretazione umana.
Sia l'equità che l'uguaglianza riguardano il modo in cui le persone vengono trattate e mirano a porre fine alle ingiustizie e ai trattamenti inadeguati. I due termini che spesso vengono assimilati invece contengono un significato molto diverso e quasi opposto.
L'uguaglianza non richiede il riconoscimento della soggettività, mentre l'equità sì. Facciamo qualche esempio: Tutti i dipendenti devono lavorare 40 ore settimanali è un'azione che punta all'uguaglianza, mentre tutti i dipendenti devono lavorare con un orario flessibile di 40 ore settimanali (lavoro ibrido, orari flessibili) è una misura che ragiona in termini di equità.
Nel panorama attuale, il dibattito sulla parità di genere ha assunto una rilevanza senza precedenti. Ma davvero quello che le donne vogliono è la parità di genere o avere un trattamento “equo” che non cancelli le proprie differenze ma le accolga, dando opportunità di coltivare ambizioni, desideri e rispondere ai propri bisogni.
I dati, però, ci indicano che anche dal punto di vista dell'uguaglianza, che sembra essere il passo prima dell'equità, siamo ancora lontani dall'avere buoni risultati.
Secondo il World Economic Forum, il divario retributivo di genere persiste a livello globale, con le donne che guadagnano in media il 20% in meno degli uomini per lo stesso lavoro. Il Global Gender Gap Report 2023 offre uno sguardo approfondito sulla situazione attuale, evidenziando che nessun Paese ha ancora raggiunto la piena parità di genere. In Italia, ad esempio, il gap di genere si è ampliato, con il Paese che è sceso dal 63° al 79° posto nel 2023 su 146 Paesi analizzati. Questi dati richiamano l'urgente necessità di azioni concrete per invertire questa tendenza e promuovere un ambiente di lavoro più equo e inclusivo.
Investire nella parità di genere è un investimento per il futuro. Trattare le persone in modo equo, basandosi sulle loro capacità e competenze, non solo favorisce un clima lavorativo positivo, ma consolida anche la reputazione e il successo a lungo termine dell'organizzazione. Come sottolinea Sheryl Sandberg, COO di Facebook, "Quando mettiamo via le nostre differenze, perdiamo la nostra individualità e ci allontaniamo dalla diversità che è il catalizzatore dell'innovazione". È tempo di agire con determinazione e impegno per costruire un futuro lavorativo più equo e inclusivo per tutti.
Investire per il successo competitivo non può più essere procrastinato. È necessario agire ora, con decisione e risolutezza, per colmare il gap di genere e costruire un ambiente lavorativo che valorizzi e rispetti la diversità.